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Tango "Il Veses" aprile 2003

Tango, oltre gli stereotipi

Esistono parole che nell�immaginario collettivo esercitano un grande effetto evocativo: al solo sentirle o leggerle si creano immagini, ambienti, sensazioni, sogni.

Leggete la parola �tango�. Cosa vi viene in mente?

Rosa in bocca? Gaucho della Pampa? Rodolfo Valentino? O invece Piazzolla, concerto, spettacolo esaltante, coreografia, scene? Sensualit�, sguardi truci, guerre di uomini e donne, passione, tormento, languore e desiderio? O ancora, passi sincopati, lento veloce veloce lento, promenade, scatti di teste, schiene inarcate, ampie falcate sulla pista, lustrini, boa, paillette? Il �pensiero-triste-che-si-balla�?

Forse poco di tutto questo ha veramente a che vedere col tango; o meglio, ne rappresenta uno stereotipo facile ma impreciso.

Difficile definire il tango, pi� facile parlare dei tanti tanghi o delle tante immagini che se ne hanno.

Il tango che abbiamo visto ballare, forse anche abbiamo ballato nelle sagre, balere, discoteche � uno; un altro � il tango che si vede sui palchi, coreografato, virtuosistico; poi c�� il tango delle gare, col numero sulla schiena; c�� il tango di Piazzolla, al confine con jazz e classica. C�� perfino (o c�era, ma a volte ritorna) il tango di Hollywood.

E poi c�� il tango argentino. Vero.

Il tango argentino � un ballo vivo, nato e vissuto a Buenos Aires tra le varie etnie immigrate l� tra �800 e �900 (tra cui una fortissima componente italiana); i gauchos della pampa vi contribuirono ben poco, e comunque dopo essersi inurbati nella grande metropoli. Quanto a Rodolfo Valentino, il suo � un tango completamente inventato, come spesso succedeva e succede a Hollywood (del resto anche il �Sirtaki�, che � quasi diventato il simbolo della Grecia, � stato inventato espressamente per il film Zorba il Greco). Ma da l� inizi� la prima grande avventura internazionale del tango, diffusosi in Europa con vari travisamenti e poi tornato a prendersi il suo posto in Argentina.

Nemmeno, il tango argentino, ha niente a che spartire col tango liscio, che di somigliante ha solo il nome e qualche brano famoso, come La cumparsita, El choclo o Caminito, ma con tutt�altro ritmo e stile.

Il tango argentino non si balla sui palchi, ma nelle �milonghe�, le sale da ballo argentine, anche se la sua diffusione nei tempi recenti � dovuta alle splendide compagnie di ballo che ne hanno rivitalizzato l�immagine, accentuandone il valore spettacolare e artistico.

Tanto meno il tango argentino si balla nelle gare: il tango da gara � un�invenzione a tavolino di maestri di ballo inglesi, che hanno codificato passi, posture e figure allontanandosi in modo assoluto dalle origini. Per esempio, nel tango argentino l�abbraccio stringe i petti della coppia, nel tango da gara li allontana e li irrigidisce, nel tango argentino le figure sono continuamente ricreate e inventate, in gara tutto � definito al millimetro.

Il tango argentino si balla ben raramente sulle musiche di Piazzolla, perch� il grande musicista ha sviluppato il suo percorso artistico allontanandosi progressivamente dalle strutture che facevano del tango una musica da ballo, pur mantenedone pienamente lo spirito.

Che cos�� allora questo tango argentino?

Innanzitutto � un ballo di coppia unita e di improvvisazione; poi � anche un ballo molto complesso (uomo e donna non fanno gli stessi passi, spesso entrano una nello spazio dell�altra, si fanno lo sgambetto, si trascinano via la gamba, si girano intorno oppure passeggiano, fuggono e si inseguono, accelerano e rallentano, si muovono mollemente per poi chiudere di scatto); tanto complesso che chi non lo conosce pu� pensare che i ballerini si siano a lungo accordati prima di scendere in pista, per non inciampare. Ma non � cos�: anzi, due ballerini mai visti prima possono ballare splendidi tanghi insieme.

Il segreto � la condivisione di una sottile rete comunicativa che unisce in un unico evento uomo, donna e musica.

Forse del tango il lato pi� affascinante, ben pi� della cosiddetta sensualit�, � proprio l�aspetto della comunicazione tra i partner: le facce talvolta scure di chi balla lo sono per la concentrazione che richiedono l�ascolto, l�invenzione, la comprensione del movimento e della posizione dell�altro. La donna non sa mai quale sar� il prossimo passo che l�uomo le proporr�, e nemmeno lui, spesso, conosce il successivo: tutto avviene l�, in quel preciso momento, che richiede una piena immersione nella musica e nella danza.

Complessit�, improvvisazione, creativit�, comunicazione; in pi� i ruoli della donna e dell�uomo ben definiti, e marcati da movenze tanto femminili per lei, quanto maschili per lui. Si aggiunge una musica alla cui ricchezza espressiva e variet� non siamo abituati nel campo del ballo di sala, capace di toccare tutte le corde dei sentimenti umani: tristezza, gioia, rabbia, incanto e disincanto, onore, passione, amore e odio, compassione e solidariet�, spesso anche cantati in testi di notevole livello poetico. Tutto questo fa del tango un�esperienza affascinante, molto al di sopra degli stereotipi in cui la si rinchiude.

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