Articoli vari

Pasolini e la scuola (citazione)
Corriere della Sera, 18 ottobre 1975

Aboliamo la tv e la scuola dell'obbligo

di Pier Paolo Pasolini

I vari casi di criminalit� che riempiono apocalitticamente la cronaca dei giornali e la nostra coscienza abbastanza atterrita, non sono casi: sono, evidentemente, casi estremi di un modo di essere criminale diffuso e profondo: di massa.

Infatti i criminali non sono solo i neofascisti. Ultimamente un episodio (il massacro di una ragazza al Circeo) ha improvvisamente alleggerito tutte le coscienze e fatto tirare un grande respiro di sollievo: perch� i colpevoli del massacro erano appunto dei pariolini fascisti. Dunque c'era da rallegrarsi per due ragioni: 1) per la conferma del fatto che sono solo e sempre fascisti la colpa di tutto; 2) per la conferma del fatto che la colpa � solo e sempre dei borghesi privilegiati e corrotti. La gioia di sentirsi confermati in questo antico sentimento populista - e nella solidit� dell'annessa configurazione morale - non � esplosa solo nei giornali comunisti, ma in tutta la stampa (che dopo il 15 giugno ha una gran paura di essere a meno appunto dei comunisti). In realt� la stampa borghese � stata letteralmente felice di poter colpevolizzare i delinquenti dei Parioli, perch�, colpevolizzandoli tanto drammaticamente, li privilegiava (solo i drammi borghesi hanno vero valore e interesse) e nel tempo stesso poteva crogiolarsi nella vecchia idea che dei delitti proletari e sottoproletari � inutile occuparsi pi� che tanto, dato che � aprioristicamente assodato che proletari e sottoproletari sono delinquenti.

Io penso dunque che anche il massacro del Circeo abbia scatenato in Italia la solita offensiva ondata di stupidit� giornalistica. Infatti, ripeto, i criminali non sono affatto solo i neofascisti, ma sono anche allo stesso modo e con la stessa coscienza, i proletari o i sottoproletari, che magari hanno votato comunista il 15 giugno.

Si pensi al delitto dei fratelli Carlino di Torpignattara, o all'aggressione di Cinecitt� (un ragazzo percosso brutalmente e chiuso dentro il baule della macchina e la ragazza violentata e seviziata da sette giovani della periferia romana). Questi delinquenti "popolari" - e per ora mi riferisco, con precisione documentata, ai soli fratelli Carlino - godevano della stessa identica libert� condizionale che i delinquenti dei Parioli; godevano cio� della stessa impunit�. E' assurdo dunque accusare i giudici che hanno mandato in giro "a piede libero" i neofascisti se non si accusano nello stesso tempo e con la stessa fermezza i giudici che hanno mandato in giro "a piede libero" i fratelli Carlino (e altre migliaia di giovani delinquenti delle borgate romane).

La realt� � la seguente: i casi estremi di criminalit� derivano da un ambiente criminaloide di massa. Occorrono migliaia di casi come quelli della festicciola sadica del Circeo o di aggressivit� brutale per ragioni di traffico, perch� si realizzino casi come quelli dei sadici pariolini o dei sadici di Torpingnattara. Quanto a me, lo dico ormai da qualche anno che l'universo popolare romano � universo "odioso". Lo dico con scandalo dei benpensanti; e soprattutto con scandalo dei benpensanti che non credono di esserlo. E ne ho anche indicato le ragioni (perdita da parte di giovani del popolo dei propri valori morali, cio� della propria cultura particolaristica, coi suoi schemi di comportamento eccetera). E a proposito, poi, di un universo criminaloide come quello popolare romano bisogner� dire che non valgono le consuete attenuanti populistiche: � necessario munirsi della stessa rigidit� puritana e punitiva che siamo soliti sfoggiare contro le manifestazioni criminaloide dell'infima borghesia neofascista. Infatti i giovani proletari e sottoproletari romani appartengono ormai totalmente all'universo piccolo borghese: il modello piccolo borghese � stato loro definitivamente imposto, una volta per sempre. E i loro modelli concreti sono proprio quei piccoli borghesi idioti e feroci che essi, ai bei tempi, hanno tanto e cos� spiritosamente disprezzato come ridicole e ripugnanti nullit�. Non per niente i seviziatori sottoproletari della ragazza di Cinecitt�, usando di lei come di una "cosa", le dicevano: "Bada che ti facciamo quello che hanno fatto a Rosaria Lopez". La mia esperienza privata, quotidiana, esistenziale - che oppongo ancora una volta all'offensiva astrattezza e approssimazione dei giornalisti e dei politici che non vivono queste cose - m'insegna che non c'� pi� alcuna differenza vera nell'atteggiamento verso il reale e nel conseguente comportamento tra i borghesi dei Parioli e i sottoproletari delle borgate. La stessa enigmatica faccia sorridente e livida indica la loro imponderabilit� morale (il loro essere sospesi tra la perdita di vecchi valori e la mancata acquisizione di nuovi: la totale mancanza di ogni opinione sulla propria "funzione").

Un'altra cosa che l'esperienza diretta m'insegna � che questo � un fenomeno totalmente italiano. Fa parte del conformismo, peraltro antiquato, dell'informazione italiana il consolarsi col fatto che anche negli altri Paesi esiste il problema della criminalit�: esso esiste, � vero: ma si pone in un mondo dove le istituzioni borghesi restano solide ed efficienti, e continuano a offrire dunque una contropartita.

Che cos'� che ha trasformato i proletari e i sottoproletari italiani, sostanzialmente, in piccolo borghesi, divorati, per di pi�, dall'ansia economica di esserlo? Che cos'� che ha trasformato le "masse" dei giovani in "masse" di criminaloidi? L'ho detto e ripetuto ormai decine di volte: una "seconda" rivoluzione industriale che in realt� in Italia � la "prima": il consumismo che ha distrutto cinicamente un mondo "reale", trasformandolo in una totale irrealt�, dove non c'� pi� scelta possibile tra male e bene. Donde l'ambiguit� che caratterizza i criminali: e la loro ferocia, prodotta dall'assoluta mancanza di ogni tradizionale conflitto interiore. Non c'� stata in loro scelta tra male e bene: ma una scelta tuttavia c'� stata: la scelta dell'impietrimento, della mancanza di ogni piet�.

Si lamenta in Italia la mancanza di una moderna efficienza poliziesca contro la delinquenza. Cio� che io soprattutto lamenterei � la mancanza di una coscienza informata di tutto questo, e la sopravvivenza di una retorica progressista che non ha pi� nulla a che fare con la realt�. Bisogna oggi essere progressisti in un altro mondo; inventare una nuova maniera di essere liberi, soprattutto nel giudicare, appunto, che ha scelto la fine della piet�. Bisogna ammettere una volta per sempre il fallimento della tolleranza. Che � stata, s'intende, una falsa tolleranza, ed � stata una delle cause pi� rilevanti nella degenerazione della masse dei giovani. Bisogna insomma comportarsi, nel giudicare, di conseguenza e non a priori (l'a priori progressista valido fino a una decina d'anni fa).

Quali sono le mie due modeste proposte per eliminare la criminalit�? Sono due proposte swiftiane, come la loro definizione umoristica non si cura minimamente di nascondere.

  1. Abolire immediatamente la scuola media dell'obbligo.
  2. Abolire immediatamente la televisione. Quanto agli insegnanti e agli impiegati della televisione possono anche non essere mangiati, come suggerirebbe Swift: ma semplicemente possono essere messi sotto cassa integrazione.

La scuola d'obbligo � una scuola di iniziazione alla qualit� di vita piccolo borghese: vi si insegnano delle cose inutili, stupide, false, moralistiche, anche nei casi migliori (cio� quando si invita adulatoriamente ad applicare la falsa democraticit� dell'autogestione, del decentramento ecc.: tutto un imbroglio). Inoltre una nozione � dinamica solo se include la propria espansione e approfondimento: imparare un po' di storia ha senso solo se si proietta nel futuro la possibilit� di una reale cultura storica. Altrimenti, le nozioni marciscono: nascono morte, non avendo futuro, e la loro funzione dunque altro non � che creare, col loro insieme, un piccolo borghese schiavo al posto di un proletario o di un sottoproletario libero (cio� appartenente a un'altra cultura, che lo lascia vergine a capire eventualmente nuove cose reali, mentre � ben chiaro che chi ha fatto la scuola d'obbligo � prigioniero del proprio infimo cerchio di sapere, e si scandalizza di fronte ad ogni novit�). Una buona quinta elementare basta oggi in Italia a un operaio e a suo figlio. Illuderlo di un avanzamento che � una degradazione � delittuoso: perch� lo rende: primo, presuntuoso (a causa di quelle due miserabili cose che ha imparato); secondo (e spesso contemporaneamente), angosciamente frustrato, perch� quelle due cose che ha imparato altro non gli procurano che la coscienza della propria ignoranza. Certo arrivare fino all'ottava classe anzich� alla quinta, o meglio, arrivare alla quindicesima classe, sarebbe, per me, come per tutti, l'optimum, suppongo. Ma poich� oggi in Italia la scuola d'obbligo � esattamente come io l'ho descritta (e mi angoscia letteralmente l'idea che vi venga aggiunta una "educazione sessuale", magari cos� come la intende lo stesso "Paese Sera"), � meglio abolirla in attesa di tempi migliori: cio� di un altro sviluppo. (E' questo il nodo della questione).

Quanto alla televisione non voglio spendere ulteriori parole: cio� che ho detto a proposito della scuola d'obbligo va moltiplicato all'infinito, dato che si tratta non di un insegnamento, ma di un "esempio": i "modelli" cio�, attraverso la televisione, non vengono parlati, ma rappresentati. E se i modelli son quelli, come si pu� pretendere che la giovent� pi� esposta e indifesa non sia criminaloide o criminale? E' stata la televisione che ha, praticamente (essa non � che un mezzo), concluso l'era della piet�, e iniziato l'era dell'edon�. Era in cui dei giovani insieme presuntuosi e frustrati a causa della stupidit� e insieme dell'irraggiungibilit� dei modelli proposti loro dalla scuola e dalla televisione, tendono inarrestabilmente ad essere o aggressivi fino alla delinquenza o passivi fino alla infelicit� (che non � una colpa minore).

Ora, ogni apertura a sinistra sia della scuola che della televisione non � servita a nulla: la scuola e il video sono autoritari perch� statali, e lo Stato � la nuova produzione (produzione di umanit�). Se dunque i progressisti hanno veramente a cuore la condizione antropologica di un popolo, si uniscano intrepidamente a pretendere l'immediata cessazione delle lezioni alla scuola d'obbligo e delle trasmissioni televisive. Non sarebbe nulla, ma sarebbe anche molto: un Quarticciolo senza abominevoli scuolette e abbandonato alle sue sere e alle sue notti, forse sarebbe aiutato a ritrovare un proprio modello di vita. Posteriore a quello di una volta, e anteriore rispetto a quello presente. Altrimenti tutto ci� che si dice sul decentramento � scioccamente aprioristico o in pura malafede. Quanto ai collegamenti informativi del Quarticciolo - come di qualsiasi altro "luogo culturale" - col resto del mondo, sarebbero sufficienti a garantirgli i giornali murali e "l'Unit�": e soprattutto il lavoro, che, in un simile contesto, assumerebbe naturalmente un altro senso, tenendo a unificare una buona volta, e per autodecisione, il tenore di vita con la vita.

Pier Paolo Pasolini

Un contributo a questo sito. Grazie Commenti per Mappe di mappe