Carta canta,... "Il Veses" dicembre 2007

... villan dorme

Beneforti: Buonanotte

Si fa fatica a considerarla un prodotto tecnologico. E� semplice (la tecnologia � sempre complicata�), � leggera e poco ingombrante, ha un aspetto insignificante e perlopi� non ha marchio o marca o logo stampato dappertutto. Non ha bisogno di alimentazione elettrica, non genera pericolosi campi magnetici e non si connette con niente. Ce l�abbiamo sotto le mani da quando non sapevamo parlare, ha accompagnato tutti gli anni dell�asilo e della scuola, ne usiamo e abusiamo ogni giorno, e poi, forse, la ricicliamo.

Ciononostante, la sua comparsa nel mondo ha rappresentato una vera rivoluzione, e la sua invenzione e diffusione (durata pi� di un millennio!) ha tutte le caratteristiche dei prodotti tecnologici pi� sofisticati, con tanto di segreti di Stato, spionaggio, trafugamenti, catture, guerre religiose e ideologiche, ingredienti misteriosi, enormi interessi economici e politici�

Sto parlando, lo avrete capito, della carta. E come non farlo, dalle parti di Santa Giustina,nota dove della carta si sa, anche tecnicamente, quasi tutto?

Cominciamo dall�inizio. Come tutti i prodotti tecnologici la carta nasce da un bisogno umano e dalla disponibilit� di determinate risorse. Il bisogno � quello di un supporto agile e resistente per la scrittura in una societ� colta e raffinata come quella cinese del I sec. d.C, che ne ha fatto un�arte e perfino una forma di meditazione.

produzione della carta in Cina viaggio della carta

Altrove si erano trovati altri mezzi, come la terracotta o il papiro. In Cina il papiro non cresce, il bamb� � troppo duro e la terracotta non � n� agile n� adatta alla scrittura a pennello; si pu� usare la seta, ma � troppo preziosa e costosa, come la pergamena. In compenso ci sono molte fibre naturali, molti tessuti e loro scarti; e poi c�� tanta acqua, e ben regolata. C�� anche l�esperienza del feltro ricavato dalla lana e quindi la tecnica dell�infeltrimento, la pressa, il setaccio. Messe insieme queste risorse, la carta nasce quasi da s�.

Siamo ufficialmente nel 105 d.C., ma forse addirittura nel II sec. a.C. Altrove non c�� nulla di simile (i Maya solo nel V sec. la inventeranno da s�, ma dall'altra parte del mondo), e i cinesi se la tengono stretta: un segreto di Stato, un monopolio che frutta grandi entrate perch� il bisogno � comune e la domanda crescente. Ma ci sono le spie: il segreto viene svelato ai giapponesi forse da un monaco buddista coreano. Il Giappone diventa un altro centro di produzione. Poco male, visto il suo proverbiale isolamento: verso occidente, lungo la via della seta e delle spezie, il mercato � ancora tutto cinese.

E il mercato era grande, la domanda forte, il prezzo, di conseguenza, alto. La domanda crebbe ancora dopo la met� del VII sec., quando si diffuse a macchia d�olio la fede di Maometto. Questa �religione del libro�, fondata sul Corano ma anche sulla Bibbia, in pochi decenni, e su un�estensione territoriale enorme, svilupp� una cultura vivacissima, universit�, biblioteche: agli arabi la carta serviva, eccome!

Il colpo gobbo lo fecero nel 751, con la conquista di Samarcanda: catturarono due cartai cinesi, carpirono il loro segreto, si svincolarono dal monopolio cinese e trasformarono Samarcanda e altre citt�, come Baghdad, in nuovi centri di produzione: anche l� tanta acqua e stracci di lino a canapa. Il popolo del deserto, abituato a trovare l�acqua ovunque, nella terra tra i grandi fiumi era diventato maestro nella gestione dei mulini e delle macchine: apport� alla carta importanti migliorie.

viaggio della carta

Il viaggio della �nuova� tecnologia fu rapido: da Samarcanda a Baghdad, da Damasco al Cairo (l�Egitto del papiro!) fino a Fez, in Marocco; da l� nella Spagna e nella Sicilia musulmane.

Da quel confine di conflitti e commerci la carta si vendeva nell�Europa cristiana.

Siamo ormai nel XII sec., e la carta arriva anche per mare da Costantinopoli, portata dai commercianti veneziani e genovesi. Per il vero, la domanda � scarsa: l�Europa � ancora culturalmente assai arretrata rispetto al mondo arabo, per le poche �carte� che si scrivono va ancora bene la pergamena, pi� pregiata, resistente, tradizionale e �cristiana�: la questione diventa religiosa, culturale, politica ed economica insieme. Perfino un sovrano colto e illuminato come Federico II di Svevia, dai palazzi che erano stati normanni e prima ancora arabi, proibisce l�uso della carta, araba, nei documenti ufficiali!

produzione della carta in Europa produzione della carta in Europa

Ma proprio tra le mani dei cartai italiani della seconda met� del XIII sec., particolarmente a Fabriano ma anche ad Amalfi, Prato, Venezia, Cividale del Friuli�, la carta fa passi da gigante: pi� economica, pi� resistente, pi� bella e religiosamente corretta, dilaga nel resto d�Europa, insieme alla cultura italiana e alla civilt� mercantile.

Quando viene la crisi politica, culturale ed economica, anche l�Italia perde il monopolio, ma intanto la carta ha incontrato la stampa in un felicissimo, definitivo connubio.

Il resto � storia di tecnologie relativamente recenti (la pasta di legno, la cellulosa, la macchina continua�) che si tenta ancora invano di tenere segrete (ad esempio in Olanda nel �600): ormai la carta � patrimonio di tutta l�umanit�.

Le conoscete tutte?

Velina, copiativa, carbone; libera, protocollo, bollata, legale; luttata, da lettere, da disegno, ruvida o liscia, da lucido, da musica; filigranata, millimetrata, fotografica; assorbente, da filtro, da zucchero, da imballaggio, da pacchi, da regalo, da parati; colorata, crespa, dorata, argentata, stagnola, gommata, collata, patinata, levigata, lucida, opaca; impermeabile, oleata, inamidata, paraffinata; moschicida, abrasiva, vetrata, smerigliata, telata, barometrica, pergamenata; vegetale, bambagina, di legno, di seta, di riso, di palme, cotonacea; di Fabriano, di Oxford, cinese, giapponese, olandese; litografica, fioretto, granita, avoriata, marezzata o moir�, vergata, vergatina, vergella; calandrata, gonfiata o bouffant; strong, extrastrong; glossy, matte; a mano, a macchina, da stampante laser, ad aghi o getto d�inchiostro, chimica; igienica, straccia, da macero, riciclata, ecologica�

Vuol fare la velina!

Pergamo Pergamo

Il nome della carta non viene dal cinese, come ci si aspetterebbe. In latino �charta�, dal greco �chartes� (a sua volta forse dall�egiziano), indicava il foglio di papiro, antenato diretto, del resto, dei corrispondenti paper anglosassone, papel spagnolo e papier francese.

E qui c�� un�altra storia di monopoli e tecnologie. Succedeva che il papiro crescesse solo in Egitto, e che gli abitanti di Pergamo in Asia Minore, uno dei pi� importanti centri culturali ellenistici, patissero la mancanza di concorrenza. La loro risposta, insieme politica, economica e culturale, fu l�invenzione della pergamena, o �cartapecora�, fatta con le pelli di bovini e ovini giovani.

La famosa �velina� (lat. vitulina, fr. v�lin), particolarmente liscia e sottile, buona poi per imbavagliare i giornali o ballare in TV, veniva dal vitellino da latte!

^ nota:

A Santa Giustina esiste una Cartiera che impiega una parte significativa della popolazione.

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